Felice Giani

Giani Felice

San Sebastiano Curone - Alessandria 1758 / Roma 1823

Pittore, Incisore, Decoratore
Biografia

da A.M. Comanducci ediz 1962

Nato a S. Sebastiano di Tortona (oggi S. Sebastiano Curone in provincia di Alessandria) il 15 dicembre 1758, lasciò nel 1775 la casa paterna e sembra che andasse a Pavia per studiarvi disegno e pittura con Carlo Antonio Bianchi: nella civica Pinacoteca pavese si conserva un dipinto giovanile del Giani, raffigurante "Andromeda" e proveniente appunto dalla locale scuola pittorica. Studiò anche a Bologna con i pittori Domenico Pedrini e Ubaldo Gandolfi e con lo scenografo Vincenzo Mazza, e si distinse meritandosi il premio Marsigli e la nomina a membro di quella Accademia Clementina. Raccomandato dal principe Doria di Genova, si recò a Roma nel 1780 e godette, presso il suo protettore, una pensione per cinque anni per seguire gli insegnamenti di Pompeo Batoni. Nell'Accademia di S. Luca ebbe condiscepoli come Giovan Battista Dell'Era e vinse i Premio di Pittura, nel 1783, con un quadro di soggetto mitologico. Attese, in società col pittore Liborio Coccetti, a lavori a tempera; vinse col dipinto "Sansone tradito da Dalila" il secondo premio nel concorso dell'Accademia di Parma (l'opera si conserva nella Pinacoteca di quella città); iniziò la lunga serie di opere che occupò l'intera sua esistenza andando a Faenza nel 1786 per decorare la Galleria dei Cento Pacifici. Da allora si alternano, con un ritmo quanto mai fecondo e serrato, lavori a Roma e decorazioni di palazzi in varie città emiliane e romagnole, con puntate a Milano, Venezia e perfino in Francia. Salito in fama, e lavorando con aiuti da lui stupendiati e che chiamava la sua bottega, potè svolgere un'attività straordinaria che comprende decine e decine di sale, saloni e salotti decorati in ville, case, palazzi e delizie campestri e perfino le decorazioni nei gabinetti napoleonici del palazzo delle Tuileries e nel castello della Malmaison e più tardi a Montmorency nella villa Aldini, nonchè centinaia di disegni acquerellati che si sono conservati in raccolte e in album. Il 7 aprile 1811 veniva, su proposta di Antonio Canova, eletto accademico di merito dell'Accademia di S. Luca. Il 14 febbraio 1819 è nominato membro della Congregazione Romana dei Virtuoisi al Pantheon. Agli inizi del 1823 cade infermo a Roma, sembra a seguio di una caduta accidentale, e il 10 gennaio muore. Una dettagliata documentazione della prodigiosa attività del Giani è stata possibile per merito delle tre speciali esposizioni al Giani nel Gabinetto Disegni e Stampe e nel Palazzo Comunale di Forlì, tra il dicembre 1951  e l'agosto 1952. "Rimane egli un manierista, ma nessuno meglio di lui ha posseduto, ai suoi tempi, il senso e il gusto della decorazione, un'ampiezza di visione ed un comporre grandioso, la faciltà e la prontezza di assimilazione, l'inestimabile rapidità di realizzazione... Nella pletora incolore degli artisti italiani, operanti nel periodo delle rivoluzione e del Primo Impero, ivi compresi i flebili e convenzionali Andrea Appiani e Vincenzo Camuccini, Felice Giani fu indubbiamente, col suo stile ardito e pieno d'impeto, il più significativo e il più originale..." (L. Servolini), preannunciando anche la nuova pittura romantica. Il catalogo topografico dell'opera del Giani è stato pubblicato su L'Arte di Milano nel 1953.

 

Sue opere si trovano a Forlì presso il Palazzo Municiopale, nel Palazzo Gaddi e nel Palazzo Guarini.

Bibliografia

A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962
L. Servolini - Un romantico in anticipo: il focoso pittore Felice Giani - Milano 1953

G.A. Morini - Elogio di Felice Giani - Faenza 1823

A. Montanari - Gli uomini illustri di Faenza - 1886

Thieme Becker  - Kunstlerlex - 1920

Catalogo Mostra dei disegni di Felice Giani nelle raccolte Piancastelli - Forlì 1951

Enciclopedia Italiana Treccani - 1932

 



 

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