Pietro Guarnerio

Guarnerio Pietro

Laveno - Varese 1842 / Milano 1881

Scultore
Biografia

da Angelo De Gubernatis - Dizionario degli Artisti Italiani viventi - 1889

Guarnierio Pietro
Scultore lombardo nato a Laveno, residente a Milano, ove fece i suoi studi. Lavoratore indefesso ed esecutore felicissimo di un gran numero di statue. Ricordiamo fra le molte: "Il rimprovero"; "L'orfanello mendicate"; "La candida rosa"; "La preghiera forzata"; "Gli ultimi giorni di Pompei"; "La vanità" e "Il bacio al papà", gruppi in marmo; "L'Abbandonata"; "Il cor contento" e "Il regalo di Natale", statuette; e "Costume Milanese del 1879", bel busto in marmo; "La lettura piacevole"; la "Esmeralda", nonchè un grandissimo numero di ritratti d'illustri personaggi italiani e stranieri. Del Guarnerio così scrive un critico nell'Emporio Pittoresco: «Vi fu un buon artista, Carlo Maratti, che fece una stampa intitolata: 'La scuola', nella quale simboleggiò tutto quanto era necessario ad apprendersi dall'artista per divenire eccellente. Al sommo di quella stampa pose le tre Grazie col motto: 'Senza di noi ogni fatica è vana'. Ed infatti senza di esse è offuscata ogni espressione, insipida ogni attitudine, goffa ogni movenza; esse danno alla opera d'arte quell'attrattiva che è sicura di vincer sempre; come di non essere mai ben definita. In alto le ha poste il Maratti e discendenti dal cielo, quasi, disse l'Algarotti, per dimostrare che il dono delle Grazie è una gemma che ben può essere dalla diligenza e dallo studio ripulita, ma che ora con tutto l'oro del mondo non si potrà comprare giammai. E questa gemma che tanto impreziosisce le cose, fu largita a Pietro Guarnerio, che ne fa sfoggio in molti suoi lavori. La "Candida rosa", che fu ammirata anche alla nostra Esposizione di Milano; il "Raffaello Giovine", ecc. hanno tutte ricevute il bacio di quelle Grazie che il Maratti fa discendere dal cielo. Il "Babau" lo fa conoscere in particolar modo, tanto è caro l'atteggiamento di questa bambina, tanto viva la espressione, tanto delicato lo scalpello nell'effigiare le nascenti venustà delle tenere membra. Al solo vederla ci par di ricordarci di quelle graziose novelline che ci ammaestrarono nei primi anni, e che oggi, ricordandole, ci passano nella mente quasi soffio di fresco zeffiro sopra campi stancati dai venti e dalla varia fortuna delle stagioni. E' il giorno onomastico della bambina: ed ella si levò tacita e festosa coll'alba primiera per sorprendere un'ora prima i doni che furono preparati. Balzò dal letto; e non curò nella sua candida innocenza che la camiciuola scivolasse dalle spalle svelando la grazia dell'immacolato busto; trova la scatoletta ove suppone racchiuso il dono, e colla febbre della curiosità la apre, ansiosa di conoscere quel che vi si trova. Ma, ahimè che invece dei confetti esce di scatto la beffarda testolina di un diavoletto, il "Babau", che sembra deriderla della sua curiosità. Lo stupore, la paura, il dispetto assalgono d'un tratto la povera bambina; era stata tante volte ammonita di non essere curiosa, che quasi è per credere che il dono sperato siasi cangiato in diavoletto per punirla. Ma allo stupore subentra ben tosto il riso, perchè passata la prima paura, scopre nel diavoletto un nuovo giocattolo. La bambina fu scolpita dallo scultore Guarnerio in questo punto: e nel brioso visetto mostranti ad un tempo i due sentimenti della paura che fugge e della gioia che sopraggiunge. Ed a Vienna questa statua premiata si unì alla bella falange, la quale ottenne alla scultura italiana la supremazia per unanime consenso del pubblico, se non per numero di ricompense».

Bibliografia

A De Gubernatis - Dizionario artisti italiani viventi - 1889



 

Vuoi vendere un'opera di Pietro Guarnerio?

 

Vuoi comprare un'opera di Pietro Guarnerio?

 

utilizza l'apposito modulo di contatto qui sotto


Puoi caricare delle immagini da allegare al messaggio:

Seleziona immagine n.1
Seleziona immagine n.2
Seleziona immagine n.3
Seleziona immagine n.4
Seleziona immagine n.5