Emilio Longoni

Longoni Emilio

Barlassina di Seveso - Milano 1859 / Milano 1932

Pittore
Biografia

da A. M. Comanducci ediz 1962
Nato in Frazione di Seveso (Milano) il 9 luglio 1859, morto a Milano il 29 dicembre 1932.
Studiò all'Accademia di Brera con Giuseppe Bertini.
Esordì nel 1886 all'annuale intima della «Famiglia Artistica», con una "Testa di fanciulla", che offrì alla poetessa Ada Negri lo spunto per una ispirata poesia.
In quegli anni dipinse molti "Studi" e quadri di "Natura morta" che ebbero la loro massima espressione pittorica in quello collocato nella Galleria d'Arte Moderna di Milano, "Angurie e poponi".
A questi egli alternò quadri di figura, che animò delle riflessioni di una mite ed intima umanità.
Si ricordano i più tipici: "Chiusi fuori scuola"; "Debutto in famiglia" e "La piscina", tanto ammirato e tanto discusso alla Prima esposizione triennale di Brera del 1891.
A queste opere seguirono: "Contrasti sociali", esposto a Milano nel 1894 "L'arringatore"; "L'arresto del fanciullo", e, ultimo di questa serie, "I primi e gli uItimi passi".
Dal 1891 al 1897 comparvero successivamente alle Esposizioni di Brera a quelle della Permanente e alle Mostre intime della «Famiglia Artistica» i suoi pastelli, studi e quadri, di cui si citano i principali: "Sola", acquistato dalla Regina Margherita; tre studi separati de "Le Marie ai piedi della Croce" e "Figure di angeli", alcune delle quali servirono come cartoni per affreschi o per mosaici; studi così interessanti da poter essere considerati opere per se' stanti.
Il più intenso di questi è "Maria Cleofa" proprietà della Galleria d'Arte Moderna di Milano.
A questa varia produzione, l'artista alternò un ordine parallelo di quadri di paesaggio: "Melanconia", esposto a Milano alla Permanente nel 1885; "L'armonia del ruscello", che inviò alla Internazionale di Venezia del 1903; "Trasparenze alpine", conservato nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; "Ghiacciaio", al quale la giuria dell'Esposizione Internazionale di Milano del 1906 assegnò il premio Principe Umberto, rifiutato però dal Longoni.
La stessa esposizione del 1906 ospitava un'altra tra le più importanti sue opere, "Primavera della vita".
Altri lavori degni di speciale ricordo, perchè in essi l'artista maturò il suo caratteristico divisionismo, per tanti riguardi così diverso ed in antitesi di modo e di finalità col divisionismo di altri pittori del tempo, sono: "Pecorina malata", nella Galleria d'Arte Moderna di Buenos Aires; "Vespero", nella Galleria Internazionale d'Arte di Venezia; "Alba sul ghiacciaio"; "Preghiera"; "Omaggio agli sperduti"; "Sorriso del lago"; "Le stelle", questi due ultimi esposti alla Biennale di Venezia del 1914.
Dopo il 1915, egli si raccolse nel suo studio ad elaborare nel silenzio l'ultima fase della sua evoluzione, dando vita ad un ciclo di tele, senza designazione di titolo, dove realizzò, con solidissima tecnica, sensazioni di ineffabile struggimento spirituale; e con queste opere chiuse la sua ampia parabola ascendente.



Giuseppe Bertini (bio)



 

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