Alessandro Milesi

Milesi Alessandro

Venezia 1856 / Venezia 1945

Pittore
Biografia

da A. M. Comanducci
Nato a Venezia il 28 aprile 1856.
Frequentò l'Accademia di Venezia, poi fu per due anni a Verona, nello studio di Napoleone Nani, che lo aiutò anche finanziariamente.
Nel 1878 si recò a Trieste, dove trascorse un anno di dura lotta per l'esistenza.
Esordì nel 1881 all'Esposizione di Milano, con "Nonno offre" e "Venditrice di zucche".
Poi espose ancora a Milano, "Le perlaie" nel 1883; a Venezia, nel 1887, "Un traghetto a Venezia" e "Voria montar ?"; nel 1895 "I Fabbricatori di penitenze" e da allora in tutte le Biennali di quella città; "Pope", ora a Palazzo Pitti in Firenze, dove trovasi con "Alla benedizione"; "Uno sposalizio a Venezia", che ora è nella Galleria d'Arte Moderna di Roma con "La colazione del gondoliere" e "Testa di vecchio".
Nel 1903 iniziò una nuova attività; l'imitatore di Giacomo Favretto, che si era fatto ammirare per i gustosi quadri di genere, nei quali aveva sempre più dimostrato affinarsi della sua tavolozza e il progressivo acquisto di una delicata e personale individualità artistica, divenne ritrattista.
Si citano i ritratti più noti, tutti passati per le esposizioni della Biennale Veneziana: "Il conte Giuseppe Volpi"; "Riccardo Selvatico"; "Cav. Attilio Marzollo"; "Sen. Pacifico Ceresa"; "signor Maggioni"; "La madre del pittore"; "S. S. Pio X"; "Giosuè Carducci", quadro notissimo, esposto nel 1905 e poi nel 1907, dopo la morte del Poeta: questi ultimi due dipinti sono nella Galleria d'Arte Moderna di Venezia, coi ritratti di "Lorenza Perosi" e quello citato della "Madre del pittore".
L'attività del Milesi non conobbe più soste: egli ritrasse ancora: "Barbara Marchisio"; "S. E. Luigi Luzzatti"; "Ceccardo Roccatagliata Ceccardi"; "Silvio Zambaldi"; "sua figlia Lina Beeker"; la "signora Antonietta Bazzoni"; la "signora Linda Fradeletto"; "Antonio Fradeletto"; "Emma Gramatica"; "Virgilio Brocchi"; "Marta Abba"; "S. E. Giovanni Giurati".
Altri quadri: "La regata"; "Gli scaricatori del sale"; "La «tosa»"; "La modella"; "Nineta"; "Al «Florian» del '700"; "Comitiva gioconda"; "La nuova generazione"; "Amori veci"; "Primi amori"; "Papà lontano"; "Bau... sette"; "El bocolo de San Marco".
Nel 1912 fu tenuta a Venezia una mostra individuale nella quale figurarono trentotto sue opere: fra esse, "La barca del papà" e il "Ritratto del senatore Molmenti" sono nella Galleria di Arte Moderna di Milano; col "Ritratto dell'ing. Preti" e della "Madre" dello stesso.
Alla Mostra dei Quarant'anni (Venezia 1935) erano esposte trentotto opere che portavano la data dal 1880 al 1934.
 

I suoi dipinti Ceccardo Roccatagliata Ceccardi e Piazza Corvetto durante la guerra del 1918, sono  conservati presso la Galleria di Arte Moderna di Genova.




da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895,1897 e 1901
Nato a Venezia nell'Aprile del 1856. Frequentò l'Accademia veneziana di Belle Arti.
Il pittore Napoleone Nani prese a volergli bene, lo condusse a Verona, e lo tenne con se per circa due anni, sopperendo a quasi tutte le spese.
Verso il 1878 si recò a Trieste, ove trascorse un anno assai triste, lavorando poco e per retribuzioni irrisorie.
Tornato nella sua città, si diede a dipingerne le scene caratteristiche.Sulla sua prima maniera, viva e colorita, esercitò visibile influenza il rimpianto Giacomo Favretto.
Ora il fare del Milesi si è affinato e la sua tavolozza s'è attenuata. Lo «Sposalizio» esposto nel 1897 a Venezia piacque molto e così pure «Sospiri» nel 1899.


da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1912
Mostra individuale
di Attilio Centelli
Quando Alessandro Milesi cominciò a presentare al pubblico le sue prime tele, la fama di Giacomo Favretto avea varcato da tempo i confini delle verdi lagune, non solo, ma da poco anche quelli della penisola.
Già egli era considerato un maestro per una somma di virtù artistiche eccezionali alle quali conferivano un più forte sapore la sua grande bontà d'animo, la sua ingenuità, la sua facile credenza, la sua - perché non dirlo? - la sua men che mediocre coltura.
E i giovani veneziani che si destinavano all'arte, quasi tutti allievi del veronese Napoleone Nani all'accademia di Venezia, tentavano naturalmente di avvicinarsi a lui, di muoversi, per brillare un po', nella scia luminosa ch'egli lasciava avanzando.
Fra essi il Milesi conquistò il primo posto come quello che possedeva qualità intellettuali ed abilità tecniche più affini alle virtù del Favretto.
Fu nella esposizione di Milano del 1881 che Alessandro Milesi, allora venticinquenne, si fece rimarcare subito col suo primo quadro "Il nonno offre", venduto avanti che la mostra si aprisse, ed alla Promotrice con "La venditrice di zucca".
Non anche egli era proprio favrettiano: lo divenne in seguito, per poi, col procedere degli anni, staccarsene, imprimendo nelle sue opere un'impronta personale.
Come quel grande maestro, il Milesi amò cercare i suoi soggetti fra il popolo. Anche egli seppe far spirare da ogni sua tela quella calda simpatia che avvince immediatamente l'osservatore.
Chi non ricorda volentieri il ciclo di dipinti che hanno per soggetto il gondoliere veneziano sorpreso nei vari momenti della sua dura esistenza: "La marenda del barcaiolo", "La mugier del barcariol", "Pope! I orfani del barcaiol", "Sospiri", "La famegia del barcariol"?
Che pronta e sicura visione del quadro nell'umile vero; quale intensità di espressione; che gaia sinfonia di colori; che vivo e schietto senso di venezianità e quanta poesia nella modestia dell'episodio volta a volta rappresentato!
Alessandro Milesi si affermò anche come ritrattista. Anzi prima ancora che all'esposizione di Milano egli avea sorpreso gli amici col mirabile ritratto di sua madre dipinto a quindici anni. E di ritratti ne eseguì poi molti, tutti notevoli per forza, per intensità espressiva, per riverbero di vita interiore alla superficie delle tele.
Facile fecondo sicuro, dominato da una smania tormentosa di produrre, il Milesi lavorò e lavora molto.
Quanti quadri dipinse? Non e facile saperlo.
Dalle deliziose tele come "Ora tranquilla", come "Sposalizio", come "Vorla montar?" a dieci e dieci altre, esse sono dappertutto, nelle più importanti gallerie pubbliche e private: troppo disperse e troppo lontane per poterle adunare tutte in questa gaia mostra.





 

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