Opere dell'autore


Pietro Pajetta

Pajetta Pietro

Serravalle di Vittorio Veneto - Treviso 1845 / Padova 1911

Pittore
Biografia

da A. M. Comanducci ediz 1962
Nato a Serravalle (Vittorio Veneto) il 22 marzo 1845, morto a Padova il 10 aprile 1911. Desideroso di darsi all'arte, giovanissimo aveva divisato di vestire la tonaca per togliersi dalle distrazioni e potersi consacrare alla pittura, quando (1859) scoppiò la guerra contro l'Austria, ed egli, malgrado l'età, si arruolò volontario. Per l'interessamento del general Cialdini potè in seguito frequentare l'Accademia di Bologna. Durante il periodo di vita militare esordì, ad Alessandria, con "Genio e povertà" che fu premiato con medaglia d'oro e trovasi nella Galleria del marchese Tagliacarne di Genova. Congedato, dovette lottare duramente per campar la vita, e solo nel 1872 prese parte all'Esposizione di Treviso, con "Bolla di sapone", "Visita in città" e "La mattina". Dipinse quadri di soggetto rustico che per sentimento, colore e maestria di composizione sono veramente pregevoli. Anche in altri soggetti si rivelò profondo ricercatore del vero, seppe esprimere con efficacia il dolore umano e fu uno dei migliori animalisti del suo tempo. Nel 1881 inviò a Milano "Requies" e "I vagabondi"; nel 1883, a Roma, "La preghiera" e "Nono no xè sì bon", e a Venezia, "Unico patrimonio"; al Palazzo di Cristallo di Londra, nel 1884, varie opere che gli fruttarono una medaglia d'argento; nel 1893, a Milano, "Ammalato ?", premiato con medaglia d'oro; nel 1895, a Venezia, "Interno di stalla"; nel 1898, a Torino, "Paesaggio" e "Le gioie di famiglia", quest'ultimo premiato con l'assegno Levi ed acquistato dal Ministero dell'Istruzione Pubblica per la Galleria d'Arte Moderna di Roma; nel 1900, a Verona, "Stalla di buoi"; nel 1902, alla Quadriennale di Torino: "Stalla"; "Preghiera" e "Angelo custode"; nel 1904, a Padova, il bozzetto del quadro "Follie" e "Testa di donna"; nel 1906, all'Esposizione tenutasi a Milano per l'inaugurazione del nuovo Valico del Sempione, "La preghiera" e il "Ritratto del musicista Cesare Pollini" di Padova; nel 1908, in quest'ultima città, "San Sebastiano" e "Al pascolo"; nel 1909, a Monaco, "Fiori selvatici", e nello stesso anno fu invitato ad esporre al Salone di Parigi. Altre opere notevoli: "Giovane filatrice", raccolta avv. D.Cugini, Bergamo; "Sosta"; "Raggio di sole", proprietà della signora Chiara Setragno ved. Pajetta; "Autoritratto", già nella galleria del comm. Galanti; "Spirito e cose"; "I vinti"; "Cantando la ninna nanna"; "L'odio", tutti proprietà della vedova Pajetta; "Madonna addolorata"; "Santa Barbara"; "Testa di Cristo", proprietà del Patronato del Santo in Padova; "Ecce Ancilla Domini"; "Arrivo di Sant'Antonio morente all'Arcella", nella chiesa di Sant'Antonio in Padova, dove trovasi con "Estasi dei Francescani" e "Morte di Sant'Antonio"; "Apparizione alla Beata Margherita Alacoque", nella chiesa delle Salesiane di Padova; "Adorazione del SS. Sacramento", proprietà del Patronato del Santo in Padova; "Madonna con Sant'Antonio e San Francesco d'Assisi". Ritratti: notevoli sono quelli di: "Caterina Boccaloni nobile Malaspina", appartenente al prof. Oliviero Ronchi di Padova; "Il vescovo Callegari"; "Il monsignor Pietro Balan" e "L'astronomo Sacchi", conservati nella biblioteca del Seminario di Padova. Ma il talento pittorico del Pajetta si rivelò anche nella decorazione simbolica, e lo dimostrano il soffitto del palazzo Camerini in Piazzola e il soffitto della chiesa di San Giovanni Ilarione sopra Vicenza; le decorazioni della villa Valduga a Feltre; gli affreschi nel Duomo di Padova, e in una villa di Vittorio Veneto. Moltissimi lavori del Pajetta emigrarono in America.
 
Figlio del pittore Paolo Pajetta e fratello del pittore Mariano PajettaLa Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma conserva la sua opera "Le gioie della famiglia", del 1898, oggi in deposito presso la Galleria d'Arte Moderna di Palermo.


da Le Biennali di Venezia - Esposizione 1895 e 1897 
Nato a Vittorio, provincia di Treviso, nel 1845.
La sua passione giovanile per la pittura era così intensa, che concepì l'idea di farsi monaco per darsele esclusivamente.
Ma sopraggiunta la guerra con l'Austria, emigrò dalle provincie venete e si arruolò volontario e, tornato in congedo, prese moglie.
Il generale Cialdini, avendo veduto un suo disegno, fece in modo che egli potesse entrare nell'Accademia di Bologna.
Vive ora a Padova.

Bibliografia

A.M. Comanducci - Pittori italiani dell'Ottocento - Milano 1934
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni - II ediz. Milano 1945
A.M. Comanducci - Dizionario illustrato pittori e incisori italiani moderni e contemporanei - III ediz. Milano 1962

Catalogo I Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1895

Catalogo II Esposizione Internazionale d'arte della Città di Venezia - 1897



 

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