Ponte Sisto, Roma ° (1911)

Joris Pio (Roma 1843 / Roma 1921)

Tecnica: Olio su tela
Misure: 43cm x 51.5cm

Opera firmata in basso a destra
Note: Studio dal vero per il dipinto "Ponte Sisto"  Esposizione Internazionale di Roma 1911


Pio Joris

Joris Pio

Joris Pio (Roma 1843 / Roma 1921)

Pittore, Incisore

Frequenta a Roma l'Istituto di Belle Arti dal 1855 al 1861, poi  per un solo anno l'Accademia di San Luca.
Incontra le opere di Domenico Morelli, Francesco Saverio Altamura e Filippo Palizzi e la pittura realista alla Promotrice di Firenze del 1861 dove lo accompagna il padre antiquario, che gli ha trasmesso anche la passione per la ricerca e il collezionismo non solo di dipinti come testimonia il catalogo dell'asta organizzata nel 1922 dopo la sua morte per la vendita di quadri, mobili, libri, tappetti, armi ecc.
Conosce Achille Vertunni e nel 1866 continua con lui lo studio dal vero a Napoli, Capri e Sorrento, e ha modo di conoscere personalmente Domenico Morelli e Filippo Palizzi.
Apre lo studio sulla via Flaminia a Roma, e tra il 1868 e il '75 collabora con il mercante francese Alphonse Goupil entrando così nel circuito della pittura internazionale e inizia a frequentare anche i Salon.
Importante nel suo excursus pittorico, che spazia dalla pittura dal vero alla scena di genere trattando anche il ritratto,  è il rapporto di stima e amicizia che lo lega a Mariano Fortuny y Marsal.
Partecipa a numerose Esposizioni nazionali ed internazionali: Monaco, Vienna, Parigi, Berlino, San Pietroburgo.
A Roma nel 1875 con Ettore Roesler Franz, Nazzareno Cipriani, Cesare Biseo, Vincenzo Cabianca, Onorato Carlandi, Cesare Maccari, Gustavo Simoni, Attilio Simonetti e lo spagnolo Raimondo Tusquets fonda la Società degli Acquerellisti in Roma; nel 1901 viene nominato Accademico di San Luca.


da A. M. Comanducci ediz 1962

Nato a Roma l'8 giugno 1843, mortovi il 7 marzo 1921. Allievo di Achille Vertunni all'Accademia di San Luca, e di Mariano Fortuny y Marsal; conosciute all'Esposizione di Firenze le opere di Domenico Morelli, Filippo Palizzi e Francesco Saverio Altamura, decise di ricominciare gli studi copiando, dal vero. Trattò con abilità e fortuna il quadro storico, il paesaggio, il quadro di genere. Viaggiò l'Italia, la Francia, la Spagna, e l'Inghilterra e coprì, in patria, cariche importanti. Espose alle principali mostre europee. Si rammentano fra i suoi quadri: "Una domenica mattina fuori porta del Popolo a Roma", nella Galleria d'Arte Moderna di Roma, premiata con medaglia d'oro di prima classe alla prima Internazionale di Monaco di Baviera; "Dopo la questua", premiata con medaglia d'oro a Vienna nel 1873; "Un mercante di cose antiche a Toledo", premiata con medaglia d'oro a Parigi nel 1875; "Il battesimo" e "Avanti il battesimo nell'Isola d'Ischia", esposte al Salone di Parigi nel 1876-1878; "Dopo la benedizione", premiata a Napoli nel 1877; "Lo scrivano pubblico" e "Passatempi in giardino", acquistate dalla Galleria Nazionale di Budapest; "La fuga del papa Eugenio IV", esposta a Roma nel 1883, ora in quella Galleria d'Arte Moderna; "La Via Flaminia", esposta a Roma nel 1893; "La processione delle quarant’ore"; "Le ammantate", con la quale vinse il premio Muller nel 1906; "Il Tevere" e "Ponte Sisto", esposte nel 1915 all'Internazionale di San Francisco. Nel Museo di Groninga si conserva "Città di Roma"; nel Museo Simu di Bucarest; "Il mercato di Campo dei Fiori"; nella Galleria d'Arte Moderna di Milano, "Mercato di frutta". Altre opere: "Lo sposo deve bere"; "Figlie di patrizie e di plebee"; "Paesaggio alpino", proprietà del prof. Nicola Carraro di Milano; "Via Appia", nella raccolta del grand’uff. Attilio Pirotta di Milano. Fu reputato acquafortista.
 



 

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