Opere di questo autore


Salvatore Marchesi

Marchesi Salvatore

Parma 1852 / Parma 1926

Pittore
Biografia

Nipote di Luigi Marchesi, è stato poco considerato dalla critica moderna fino alla mostra delle sue opere a Parma nel 1998 "Luigi e Salvatore Marchesi - Suggestioni di luce nell'ottocento italiano", tenuta dalòla Fondazione Cassa di Risparmio di Parma.
Si forma alla scuola di paesaggio di Giulio Carmignani, e all'Accademia di geometria descrittiva, allievo di Stanislao Vecchi, che poi diviene suo amico e ammiratore.
Nel 1873 espone a Milano alla Mostra artistica dell'Accademia al Palazzo di Brera "Coro della chiesa San Giovanni di Parma", acquistato dall'Accademia stessa e nel 1876 viene nominato Socio Onorario dell'Accademia di Belle Arti di Parma.
Dal 1881 al 1885 è professore nella Scuola d'arte di Brescia, e nel 1886 viene nominato professore di Prospettiva nel Regio Istituto di Belle Arti di Palermo incarico che ricopre per ben 36 anni non rinunciandovi neppure per la prestigiosa cattedra di prospettiva nell'Istituto di Belle Arti di Roma. Partecipa, nel 1904, all'Esposizione Italiana "Italian Exhibition Earl's Court" a Londra, organizzata dalla Italian Chamber of Commerce a Londra, esponendovi i dipinti "In the vestry room" e "Little fire". Lascia l'insegnamento solo nel 1922 per tornare a Parma.

Salvatore Marchesi può essere quindi annoverato tra i protagonisti del panorama artistico siciliano a cavallo tra Otto e Novecento, e le sue opere si trovano nelle Gallerie d'Arte Moderna di Palermo, Piacenza, Bologna, Filadelfia, Algeri, e in molte collezioni private in Italia e all'estero. La Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza conserva i suoi dipinti "Coro della chiesa di S.Giovanni a Parma" e "Testa di donna". La Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma conserva il suo dipinto "I bibiofili", del 1885, oggi in deposito presso l'Avvocatura Generale dello Stato.
 
 
da A.M. Comanducci

Nato a Parma il 2 febbraio 1852. Morto nella stessa città il 27 marzo 1926. Nipote di Luigi Marchesi al quale s'ispirò. Accurato e signorile autore di quadri di genere, ebbe speciale predilezione e abilità nel dipingere gli interni. Studiò alla scuola di paesaggio di Giulio Carmignani, e all'Accademia sotto Stanislao Vecci, che poi fu suo amico e ammiratore. Tra i suoi lavori, che esposti in Italia ed all'estero ottennero lodi, si ricordano: "Parte dell'interno della Basilica di San Giovanni Laterano a Roma" e "Un cortile del chiostro di Santo Stefano Rotondo in Roma", coi quali si fece favorevolmente conoscere alla Esposizione di Belle Arti di Bologna, nel 1872; "Interno della chiesa di San Giovanni in Parma", esposto a Milano nel 1873 alla Mostra di Brera; "La sacrestia nobile della chiesa della Steccata di Parma", che figurò nel 1875 a Brera e fu premiato all'Esposizione Universale di Filadelfia, dal cui Museo Municipale fu acquistato: il cartone di questo quadro fu adoperato come modello nella scuola di prospettiva dell'Accademia di Belle Arti di Parma. Altri lavori: "Prime note", nel Museo Revoltella di Trieste; "I bibliofili", nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; "Lontano successore", acquistato dal re Vittorio Emanuele III nel 1900; "In chiesa" e "Anticaglie", esposti a Venezia nel 1901; "Chiesa della catena"; "Il coronaio" e "Il sacrestano", tutti esposti a Busseto nel 1926, per il venticinquesimo anniversario della morte di Verdi, assieme ad: "Acquarello"; "Interno di chiesa" (acquarello); "Interno di chiesa" (olio); "Angolo di città"; "Novizio" e "Pentimento", che appartengono al signor Carlo Marchesi; "Sacrestia" e "Coro", che sono di proprietà Guastalla; "Sacrestia di San Giovanni" e "Chiostro di Monreale", che trovansi nella Pinacoteca di Parma; "Chiostro", appartenente al comm. Chiari. Altre opere del Marchesi trovansi nelle Gallerie d'Arte Moderna di Palermo, Piacenza, Bologna, Filadelfia, Algeri, e presso privati a Palermo, Firenze, Bologna, Milano, Bari, Piacenza e Parma. Nella Galleria d'Arte Moderna di Milano si ammira il "Coro della chiesa di San Giovanni in Parma". Il Marchesi vinse diversi concorsi per l'insegnamento del disegno in alcune città del Regno, e fu, per 36 anni, insegnante di prospettiva al Regio Istituto di Belle Arti a Palermo, cattedra alla quale non rinunciò quantunque avesse vinto, con motivazione lusinghiera, il concorso per la cattedra di prospettiva nell'Istituto di Belle Arti di Roma. Nel 1922, lasciato l'insegnamento, tornò alla città nativa, e solo l'infermità che lo trasse alla morte lo fece desistere dal dipingere. «Principi fondamentali di prospettiva lineare» e «Prospettiva lineare pratica per gli artisti» sono due sue apprezzate pubblicazioni.


 



 

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